Dopo le ultime dichiarazioni di Stroppa circa un eventuale ridimensionamento del potenziale tecnico del Foggia che avrebbe presumibilmente condizionato la sua scelta, si è subito manifestata una certa perplessità nella piazza che aveva ascoltato qualche giorno fa le parole del direttore sportivo che parlava di un progetto ambizioso.
Personalmente ritengo che la scelta di Stroppa abbia altre origini ma i progetti dei quali parlava Nember sono progetti che si fanno in primis con l’impegno della società e successivamente attraverso i protagonisti in campo. Non bisogna dimenticare che in questo momento la società, in attesa di risposte ai ricorsi e di sentenze della giustizia sportiva, ha avuto un danno in termini economici non indifferente. Le società sane sanno guardare anche oltre il breve tempo e devono preservare la solidità dell’azienda. In questo contesto se dovessero arrivare offerte allettanti, un calciatore come Kragl può essere ceduto? E contestualmente se ci fosse un interessamento serio per Deli e la possibilità di realizzare un buon gruzzoletto, una società sana cosa farebbe?
Penso che il segnale più forte e netto sia stato quello della scelta di Nember che dovrebbe riuscire a pescare sul mercato eventuali nuovi Kragl e Deli per continuare quel progetto che passa attraverso la solidità della compagine societaria e non attraverso alcune pedine dello scacchiere tecnico.
Quindi, le scelte di un tecnico dovrebbero essere condizionate dai programmi e non dalle operazioni di mercato, mercato che alla fine riguarda anche gli allenatori stessi. Ecco perché credo che le scelte di Stroppa abbiano un’altra matrice.