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Cosa succede al Foggia?

di Mimmo Attini

È un Foggia malato di “pareggite” e che soprattutto non sa più vincere. Un Foggia che alterna prestazioni importanti contro squadre come Palermo, Pescara e Benevento, a prestazioni indecorose contro squadre alla propria portata e contro cui dovrebbe cercare di fare più punti possibili in ottica salvezza.
Ma cosa sta succedendo al Foggia? Perché questa alternanza così discontinua di risultati. Perché questa involuzione?
La partita contro l’Ascoli ha fatto vedere una squadra che ha fatto decisamente grossi passi indietro non solo dal punto di vista del gioco ma anche della tranquillità mentale. È impensabile che una squadra che lotta per salvarsi, non faccia un solo tiro in porta in tutto il secondo tempo, se escludiamo il gol capolavoro di Kragl.
Dopo la prestazione col Benevento, tutti erano concordi nell’affermare che il Foggia avrebbe messo quella stessa carica agonistica e quella determinazione dovuta anche agli episodi negativi di quella partita. L’ambiente sembrava compattato e tutti uniti a lottare per il solo risultato utile possibile, cioè la vittoria al Del Duca.
Ma i rossoneri escono con il solito pareggio grazie al solito miracolo balistico di Oliver Kragl. La prestazione è stata indecorosa, senza schemi e cattiveria agonistica che invece ha messo in campo l’Ascoli su ogni pallone.
Il Foggia sembra giocare con paura, non è più lo stesso. Manca quella tranquillità mentale che ti fa osare, ti dà sicurezza e convinzione dei propri mezzi. Non possiamo pensare che i vari Mazzeo, Iemmello siano gli stessi giocatori ammirati in altre stagioni e che adesso sembrano vagare smarriti per il campo.
Se ciò non bastasse, anche i risultati delle dirette concorrenti hanno aggravato la situazione dei satanelli. Il Foggia non sa più vincere, cosa che invece riesce benissimo a Crotone e Cosenza.
La situazione è veramente difficile e probabilmente conservare la zona play-out rimane il vero obiettivo di questo Foggia spento e incapace di reagire.
Venerdì allo Zaccheria ci sarà un altro scontro salvezza col Cosenza. Sicuramente, per i giocatori di mister Padalino, si tratterà dell’ennesima prova di maturità. Il pareggio non serve e se si vogliono cullare ancora sogni di salvezza diretta bisognerà soltanto vincere.
Adesso serve solo la vittoria a prescindere dalla prestazione, serve cuore, determinazione, cattiveria agonistica. Ma bisogna soprattutto crederci, perché finora gli unici che hanno dimostrato di voler lottare sono ancora una volta quei mille tifosi che non hanno mai smesso di incitare i propri beniamini. Loro meritano molto di più.