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Ciao Benedetto!

di Rosario De Rosa

Giorni fa mi ha colpito la notizia del decesso di un uomo, solo, ritrovato morto in casa dopo parecchi giorni dopo l’intervento del suo edicolante che, accortosi della mancanza, si è dato da fare e ha permesso ai Vigili del Fuoco di entrare nella sua casa e di ritrovarlo, purtroppo, privo di vita e vorrei scrivergli, mi permetto, due mie parole, confidando nella sua pazienza e nella vostra.

Ciao Benedetto!
Ti chiamo con questo nome per sostituirlo al tuo originale, che conosco e che uso nel parlarti di persona dentro di me, ma che qui adatto per difenderti dalla curiosità dei leoni da tastiera e dei benpensanti, che sanno sicuramente come sarebbero dovute andare le cose, ma che non c’erano quando sei andato via. Non c’ero neanche io, non c’era nessuno: sei andato via da solo, senza nessuno che venisse a chiedere di te, a sapere come stai, neanche a lamentarsi per i tuoi silenzi, per la tua tranquillità, per la tua bontà. Da solo sei vissuto, da solo sei morto. Ti ricordano per la tua timidezza, la tua bontà,  per il tuo passare senza lasciare traccia, senza lamentarti di niente e di nessuno, grato già per il fatto di vivere, di essere a questo mondo.
Forse, se non avessi pagato la bolletta, qualcuno subito ti avrebbe cercato per esigere da te il dovuto, forse se avessi lasciato il televisore acceso ad alto volume sarebbe subito scappato qualcuno a redarguirti, forse ci sarebbe stato qualcuno che sul post di Facebook avrebbe scritto che il vicino di casa è il solito vecchio rompi…
Chissà,  forse ci sarebbe stato qualcuno che almeno, così, ti avrebbe visto, avrebbe notato i tuoi occhi affamati di compagnia, di calore umano, di una stretta di mano, di una presenza.
Ciao Benedetto, sei stato un uomo tranquillo, mai fuori le righe, forse anche per questo non si è accorto nessuno di te.
La tua morte è una sconfitta per tutti noi, o almeno per un certo nostro modo di vivere, di fare, rinchiusi nelle nostre case antifurtate e, diciamo le cose come stanno, dentro i comodi fatti nostri; non voglio fare il bacchettone, con queste mie due parole non voglio insegnare niente a nessuno, ma vorrei condividere con voi almeno un sogno, un desiderio: una volta a settimana, tra i vari condomini del palazzo, andiamo a trovare il nonnino o gli anziani che vivono soli, con la scusa di un caffè o di aver sbagliato porta vediamoli negli occhi, salutiamoci, stringiamo le mani; a turno, non ti costa niente, la domenica offriamo loro il pranzo, ascoltiamo le novanta volte in cui magari diranno le stesse cose “non ci sono più i giovani di una volta” o “ai miei tempi”, chi se ne importa, vieni qui, stai con noi!
Ciao Benedetto, da lassù ogni tanto scendi ad alzare il volume della tv della nonnina del piano di sotto o fai scorrere l’acqua dal bagno della coppia anziana dell’ultimo piano.
E già che ci sei, benedici tutti gli edicolanti del mondo che, forse, sono più attenti di noi.