È stata una brutta nottata per i tifosi rossoneri. Le speranze di una rimonta in extremis si scontrano con la realtà di un Foggia che a Cremona ha dimostrato tutti i suoi limiti e la assoluta incapacità di reagire agli eventi. A fine gara si fa fatica a comprendere le parole di Grassadonia che parla di una squadra che ci ha messo l’anima. Da Foggia e dagli spalti dello Zini la gente ha visto tutt’altro, ha visto una squadra rassegnata e senza idee.
Si fa fatica a prendere sonno pensando a quello che poteva essere e non è stato. Questa volta la fiducia, anche a freddo, non prende il posto della rabbia. La passione è una cosa difficile da comandare, è un qualcosa che hai dentro e che ti dà sempre la forza di andare avanti ma questa volta ci si sente ingannati, traditi.
La penalizzazione iniziale non giustifica il campionato che poteva essere raddrizzato in tante circostanze ma non per pensare al centenario da festeggiare in A ma perchè si possa almeno arrivare ai 100 anni di questo club e di questa gente.
Nel letto il tifoso si gira, cerca di prendere sonno, si appisola, si risveglia, pensa ad un eventuale incubo ed invece è tutto maledettamente vero. La classifica e la matematica danno ancora speranze ma il rettangolo di gioco dice che manca la voglia di lottare , di provare a deviare il corso di un fiume che sta travolgendo tutto e tutti.
C’è ancora chi è fiducioso, chi crede che si possa ancora reagire ma anche lui stanotte non ha dormito, si è girato e rigirato, anche lui, sotto sotto, pensa che la serie C non sia più una paura quasi esagerata ma una triste realtà.
In settimana arriveranno Salernitana e Perugia a chiudere la stagione casalinga. Vogliamo ancora parlare di finali? Vogliamo ancora parlare di vender cara la pelle? Giocheremo con la stessa intensità vista a Venezia o ci affideremo agli schemi di Cremona?
Il pubblico foggiano è eccezionale ma non è fesso, fa il suo dovere ma vuole essere ripagato. Questo è un pubblico che è competente perchè ne ha viste di tutti i colori. Questa volta, anche a freddo, non reagisce, non avverte più quel qualcosa che gli dava la forza di andare avanti. Qualcuno aveva detto che questo era un pubblico eccezionale ma che ora toccava al campo dimostrare di essere all’altezza. La gente sta aspettando, tutti stiamo aspettando, la matematica non ci condanna, la logica sì. Nelle prossime gare tutto può succedere? La gente non ci crede, continua ad agitarsi nel sonno ma è pronta a fare un passo indietro, a pensare tutt’altro, a ricredersi… e intanto non prende sonno.