Carissimo Giovanni,
apprendo prima dai mormorii e successivamente da una conferenza stampa che non sarai più l’allenatore del Foggia. Mi aspettavo un saluto più caloroso nei confronti di questa piazza e di conseguenza anche del sottoscritto ma posso comprendere e il saluto te lo voglio mandare io a titolo strettamente personale, proprio io che sono sempre stato uno che ha preso le tue difese comunque in modo convinto, perchè così andava fatto.
Penso di doverti ringraziare perché giunto in un momento difficile, con la reale possibilità che qualcuno potesse non salire su quel pullman che partiva per Norcia, hai preso la squadra per mano, le hai dato pian piano la tua impronta e hai inanellato un record dopo l’altro sino a quei 10, 20 o forse 30 mila di piazza Cavour in quel 23 aprile 2017 che resterà una pietra miliare nella ormai quasi centenaria storia del club.
Ti ringrazio perchè ti legasti con il Foggia firmando platealmente il tuo contratto in diretta su Sky e cominciasti la tua avventura partendo da quello che ritenevi un pilastro inamovibile della tua concezione di calcio, quel Fabio Mazzeo su cui avrebbero puntato in pochi e che invece è stato determinante per il traguardo del Foggia nella stagione appena trascorsa.
Ti ammiro perchè, pur avallando scelte non sempre tue, ti sei sempre assunto le tue responsabilità come facesti in modo molto eloquente quando al Partenio subisti la seconda cinquina dopo quella di Pescara.
Da foggiano ti ringrazio perchè dopo il 24 gennaio hai saputo tenere fuori la tua squadra dal rumore che le vicende extracalcistiche continuavano a produrre. Nel girone di ritorno non bastavano i nuovi innesti, era necessario che lo spogliatoio ci credesse e così è stato anche e soprattutto per merito tuo.
Ti ringrazio perchè a Frosinone ci hai fatto sentire orgogliosi di essere foggiani non tanto perché battevamo i ciociari e regalavamo la A al Parma, cosa che ci interessava poco o niente ma perché forse quel giorno abbiamo tutti insieme rappresentato lo Sport nel senso più nobile del termine.
Avrei voluto ringraziarti ancora, per esempio, se il giorno dopo la fine del campionato avessi annunciato il tuo addio da Foggia. Quel giorno lo avrei compreso e ti avrei applaudito. Invece purtroppo da quel giorno ti sei messo in stand by aspettando forse la TAC di un malato terminale. Avevi detto al sottoscritto che Foggia era casa tua ma alle prime infiltrazioni dal soffitto non hai aspettato l’operaio che venisse per la riparazione, hai preferito cercare una casa nuova.
Vedi Giovanni il professionista fa bene a pensare al suo lavoro, alla durata dei suoi contratti, al suo tornaconto. Non sono nato ieri, questo lo capisco e lo condivido. A me non piace che ci si fermi per aspettare quando dentro di sè già si sa dove si vuole arrivare.
A chi ti chiedeva se rimanevi a Foggia, hai sempre risposto, quasi stupito dalla domanda, che avevi un altro anno di contratto, che se la società voleva lo avresti rispettato. Sarebbe bene sapere se la scelta sia stata la tua o della società . Oggi ho capito ancora una volta che il contratto pluriennale di un allenatore, in verità pensavo così degli altri, resta solo un paracadute per quando si viene esonerati perchè in altri casi può essere tranquillamente stracciato.
Un giorno a Salerno i tifosi,nei confronti di un loro ex allenatore, esposero uno striscione che recitava così: “Grande allenatore…piccolo uomo”. Non è il tuo caso. A Foggia sei stato un grande allenatore e un grande uomo ma nell’ultimo mese hai fatto di tutto per farmi ricordare quello striscione dedicato tra l’altro ad un mio amico vero.
Ti avrei ringraziato se avessi pensato di mandare un messaggio ai tuoi tifosi, a coloro che nella stragrande maggioranza sono stati dalla tua parte a giusta ragione. Non pensi che questa gente meritasse un addio più consono allo stretto rapporto intercorso tra le due parti?
Continuo a pensare comunque che siano più le cose per le quali ti debba ringraziare che non quelle per le quali rammaricarmi.
Buona fortuna e che il futuro ti possa regalare una panchina importante non una di quelle che sono più o meno dello stesso livello di quella che già avevi.