Cara mamma,
è nella indole di una genitrice difendere il proprio figlio, magari non è proprio edificante invece offendere una comunità che ha avuto un ruolo marginale in alcune scelte tecnico-tattiche che hanno penalizzato Suo figlio. Se un direttore sportivo e se uno staff tecnico fanno delle valutazioni a favore o a sfavore di un calciatore la colpa non può e non deve ricadere su un ambiente.
Se poi questo ambiente non era proprio il meglio per suo figlio, il consiglio di andare altrove doveva darglielo mesi fa. Una madre è protettiva e vuole il meglio per il proprio figlio, doveva imporgli altre piazze, oppure, come succede nella maggior parte dei casi, doveva lasciarlo libero di vivere i momenti belli di un arrivo e quelli malinconici di un addio.
Riguardo poi a Foggia, calcisticamente parlando, resta da decenni la miglior palestra per la formazione dei futuri campioni. Gente come Maldini sentiva il terreno dello Zaccheria che tremava e che faceva paura. Suo figlio ha avuto la possibilità di calcare un prato da dove son partite le carriere fortunate di calciatori che sino ad allora erano perfetti sconosciuti, come Signori, come Rambaudi, come Di Biagio, come Seno ma loro hanno affrontato la piazza, prendendo anche qualche fischio ma reagendo da uomini, perchè lo Zaccheria non fa sconti a nessuno, se vali vai avanti altrimenti torni indietro.
Lo Zaccheria non mente, dice sempre la verità.
Ci ascolti, faccia crescere Suo figlio anche con i fischi, i fischi di un pubblico competente, i fischi che aiutano a maturare. Chieda ad Agnelli quanti fischi ha preso nella sua città e quanto sono stati meritati poi gli applausi e le standing ovation che gli hanno fatto dimenticare alcuni mugugni.
Ma Agnelli è un uomo.
Con le coccole della mamma nel calcio si fa poca strada, si perdono le occasioni e, mi creda, certi treni nella vita non passano sempre.