“Domani è un altro giorno” lo abbiamo sentito ripetere in tante occasioni, la cleberrima frase di Rossella O’Hara è stata spesa per innumerevole vicissitudini e sicuramente si addice anche ad episodi riconducibili allo sport.
Una sconfitta, una delusione, un addio riescono ad essere superati quando c’è una passione che va oltre i singoli, che supera gli individualismi, quella passione che è solo per la maglia.
Certamente ci si affeziona agli attori, ai protagonisti perché esultano con te, si disperano come te ma poi si ritorna razionali pensando che le dinamiche, le motivazioni sono sempre diverse come è giusto che sia. Un tifoso esulta comunque per la fede inossidabile, un calciatore o un tecnico lo fa per il risultato e per se stesso, perchè è la storia che dice che debba essere così .
Bisogna cominciare a distinguere l’attività di un professionista e un cuore che batte all’unisono per i propri colori. A Foggia i due aspetti si sono incrociati qualche anno fa, quando ci si ritrovò tra i dilettanti e al capezzale di questa squadra giunse, terapeuticamente in soccorso, la foggianità. Allora fu per un fatto di cuore, un fatto che andava oltre la professione che i vari Agnelli, Agostinone, Quinto, Padalino diedero quel qualcosa in più che allora era necessario per superare la difficoltà contingente. Poi le cose per fortuna sono cambiate, il cuore non bastava più, quello doveva battere sugli spalti, tra i tifosi. Allora è diventato necessario affidarsi al solo professionista, a colui al quale chiedi la prestazione ma niente di più, perchè non è più possibile prevedere che non sia così.
Bisogna quindi abituarsi agli addi, quelli inspiegati, quelli inimmaginabili perchè il professionista va altrove, ha lavorato bene ma la sua mira è il lavoro, non la piazza dove fa conoscere il suo valore. Anche a Foggia dobbiamo capirlo cercando di pensare che chi veste la maglia rossonera o chi si siede in panchina debba prestare la sua opera al meglio, per un periodo più o meno lungo ma che non possa mai diventare uno di noi perchè quello è un qualcosa che non si può chiedere perché non si può ottenere.
Non si può più litigare per un attore perchè il film è più importante.
Una cosa è certa che, passata “a’ nuttàta”, arriva sempre il giorno dopo, quello in cui ci sarà un altro che lavorerà più o meno bene tra quei cuori che non si fermeranno mai e continueranno sempre a battere.