A questo punto mi interessa poco se la richiesta di retrocessione sia giusta, sia una punizione esemplare o sia in linea con la colpevolezza dei singoli. Non è materia da giornalisti come me e non oso mai cimentarmi in percorsi che conosco poco. Il mio compito in questo momento è quello di riportare gli umori della piazza, della gente, dei tifosi.
Di certo se non si arriva al patteggiamento non si può pensare che qualcuno aspetti oltre 30 persone per distribuire pacche sulle spalle o chiedere di farsi un selfie.
Non voglio nemmeno essere patetico dicendo che, colpendo il calcio, si distrugge una intera comunità che, nel bene o nel male, si è sempre nutrita di pane e pallone, ma qualche considerazione in generale penso che mi sia concessa.
Questa piazza di “botte” ne ha avute sempre e, con il rammarico di chi “ci vuole male” si è sempre rialzata con dignità e senza mai essere spinta da nessuno. Questa piazza vuol capire perché le punizioni nei confronti del Foggia sono sempre esemplari. Perché l’accensione di un fumogeno costa di più rispetto ad altre piazze? Perché si giocano 4 partite a porte chiuse per episodi, magari gravi come quelli di Foggia Pisa, ma che vogliamo paragonare a invasioni di campo che avvengono in altri campi e che hanno sanzioni meno gravi? Perchè solo a Foggia in questa stagione si consente di disputare una ulteriore partita senza pubblico? Perché si legge di tante società sommerse dai debiti ma che questa piazza si ritrova sempre in campo come avversarie? Perchè si parla di partite truccate, vendute, di accordi non leciti e dopo diversi anni sfuma tutto? Tutte invenzioni giornalistiche?Perché sulla distribuzione del denaro, leggasi mutualità, non decide un soggetto terzo ma le stesse squadre concorrenti?
Ecco io, proprio perché evidentemente giornalista poco attento e preparato, non so dare risposte a chi mi fa tutte queste domande per strada e soprattutto a chi mi chiede perché i cetrioli sono tanti ma l’ortolano è sempre lo stesso.