Giocò nel Foggia dal campionato 1969/70 al campionato 1971/72 (due campionati di B e uno di A) collezionando 74 presenze e 3 gol. Con la maglia rossonera fa l’esordio in serie A il 4 ottobre 1970 (Foggia Milan 1-1) e realizza il suo primo gol nella massima serie il 13 dicembre 1970 (Foggia Lazio 5-2).Era nato a Nerviano (MI) il 1° dicembre del 1948 da una famiglia di contadini ed aveva, oltre ad una sorella, un fratello che giocava al calcio in squadre dilettantistiche lombarde. Le prime esperienze con il pallone le comincia ad avere presso l’oratorio di S.Ilario.
Abbandonati presto gli studi, va a lavorare in una officina meccanica di proprietà del cugino, ma ben presto il calcio comincerà a prendere un posto importante nella sua vita. A 16 anni comincia con l’Aurora Cantalupo, squadra partecipante al Campionato di Seconda Categoria e l’anno successivo viene ingaggiato dalla Pro Patria.
Diventato titolare nella squadra, il suo allenatore, Regalia, lo trasforma da attaccante in centrocampista facendo di lui un ottimo calciatore e quindi molte società professionistiche cominciano a farlo seguire.
Ed è per questo che, nell’estate del 1969, viene ingaggiato dal Foggia fortemente voluto dall’allenatore Tommaso Maestrelli. Con il Foggia raggiunge la serie A ma deve rassegnarsi ad un amara retrocessione per cui il terzo ed ultimo anno con il Foggia lo gioca in serie B. L’anno dopo, sempre Maestrelli, passato alla Lazio, lo vuole nella capitale ed il Foggia lo vende per la ottima cifra di 300 milioni.
Re Cecconi si inserisce da subito nel gruppo che l’anno dopo, nella stagione 1973/74, vincerà lo scudetto. E’ la consacrazione definitiva di Luciano che nel 1974 conquista anche la maglia della Nazionale nella partita Jugoslavia Italia svoltasi a Belgrado. Vestirà ancora un’altra volta la maglia della Nazionale a Genova contro la Bulgaria. La maturità calcistica la raggiunge nella stagione 1976/77, l’ultima della sua vita, regalando un gol memorabile ai tifosi biancocelesti contro la Juventus. Sarà il suo ultimo gol: due domeniche dopo, infatti, subisce un infortunio contro il Bologna che lo avrebbe tenuto fuori dai campi di calcio per un po’.
Ma il 18 gennaio 1977 Luciano ci lasciava per sempre; una morte incredibile che sconvolse tutto e tutti, a cominciare dai suoi tifosi che ogni domenica tifavano per lui gustandosi i suoi tocchi magici e le sue sgroppate in mezzo al campo.L’Angelo biondo, soprannominato così per la sua folta chioma di capelli, si trova in compagnia di due amici, il compagno di squadra Pietro Ghedin e il profumiere romano Giorgio Fraticcioli. Quest’ultimo deve sbrigare una commissione presso la gioielleria di Bruno Tabocchini, nel quartiere Flaminio della capitale. Quando i tre entrano nel negozio, Re Cecconi esclama per scherzo:
“Fermi tutti, questa è una rapina!”. In effetti, considerando la serietà del calciatore anche fuori dal campo, in tanti non credettero alla tesi dello scherzo, ma comunque la reazione del gioielliere, il quale scambiò i tre avventori per tre delinquenti, fu quella di estrarre la pistola e di colpire a morte Luciano. Il gioielliere Tabocchini aveva subito di recente due rapine e il timore che la cosa possa ripetersi lo aveva spinto a nascondere sotto la cassa una pistola. Il gioielliere non riconobbe Re Cecconi che aveva il bavero alzato con una mano in tasca: pensò ad un rapinatore con una pistola nella tasca, facendo subito fuoco e colpendolo in pieno petto. Re Cecconi lasciò la moglie, Cesarina, e 2 figli, Stefano e Francesca in tenerissima età. Ironia della sorte: il mese precedente, nel mese di dicembre del 1976, era venuto a mancare il suo più grande estimatore, Tommaso Maestrelli.
Qualche giorno dopo qualcuno scriverà su di lui “Una vita da Re e una morte da Cecconi”
(fonte: www.lucianorececconi.it)