Arriva finalmente la prima vittoria del Foggia tra le mura amiche, arriva una vittoria cercata e voluta ma che si è vissuta alla vigilia quasi come una vittoria assolutamente necessaria. Certo l’ultimo posto era mortificante ma costruirci sopra, ai primi di ottobre, una serie di polemiche su società, allenatore, singoli calciatori, polemiche tra l’altro fomentate da notizie infondate e tendenti alla rottura di un giocattolo costruito anno dopo anno, è apparso sicuramente fuori luogo.
In tutto questo fanno eccezione le due curve che, al di là delle critiche giunte dai social e da alcuni talk show, hanno continuato durante tutte le nove giornate a sostenere la squadra a tal punto che Beretta, a fine gara, ha dichiarato che negli ultimi venti minuti contro il Perugia lo stadio ha saputo aggiungere quella carica e quella adrenalina per portare a casa il risultato.
Cercando di mantenere sempre il giusto equilibrio nell’analizzare il campionato rossonero, bisogna affermare che il Foggia non era una squadra di brocchi qualche giorno fa così come non è una squadra di campioni oggi.
Esistono dei meccanismi ancora da oleare, non tutto funziona a meraviglia come eravamo stati abituati lo scorso anno ma contro il Perugia si è vista una squadra che ha giocato, che ha sudato, che ha sofferto, che insomma ha detto a tutti di poter stare tranquillamente in questa categoria senza sfigurare nemmeno al confronto di corazzate costruite per raggiungere la massima divisione.
Bisognerà vivere sul filo del rasoio, spesso si potrà passare dal palo del possibile 2-2 al mancato 3-1 di Calderini in soli 15 secondi ad una manciata di minuti dal termine, ma bisognerà comunque pensare in positivo perchè poi l’obiettivo finale della squadra di Stroppa sembra sicuramente alla nostra portata.
L’equilibrio dell’ambiente tutto, la modestia dopo una vittoria e la speranza dopo una sconfitta devono condurre la nave in un porto tranquillo. Mantenersi calmi proprio oggi, all’indomani di una bella impresa, può solo far bene a tecnico e squadra per continuare il proprio percorso di crescita.
Godiamo solo per la categoria nella quale giochiamo e non dimentichiamo mai i sacrifici fatti per conquistarla.